04
Gen
2022

Agopuntura e dolori articolari

Agopuntura e dolori articolari
Sara Spaziani

Medicina alternativa vs medicina tradizionale (e viceversa…)

Molti di voi avranno sentito parlare di agopuntura, ma è davvero chiaro a tutti quali siano le sue reali applicazioni?

Sappiamo di certo che l’agopuntura è una disciplina appartenente alla medicina tradizionale cinese, ma forse non ci è noto che la sua efficacia nel trattamento di dolori acuti e cronici è ormai riconosciuta anche dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), tant’è che è consigliata come alternativa valida all’assunzione di farmaci. Eppure molto è ancora lo scetticismo tra i medici riguardo la sua effettiva utilità, di conseguenza numerosi non addetti ai lavori hanno difficoltà ad approcciarsi ad un sistema così diverso dalla medicina tradizionale. Per saperne di più abbiamo interpellato un esperto in materia, il Dott. Danilo Spaziani, medico anestesista e agopuntore certificato.

Può dirci che cos’è, in sintesi, l’agopuntura e quando è utile ricorrere a questa pratica?

In breve, possiamo dire che l’agopuntura è un sistema che ci permette di riequilibrare l’energia interna (il cosiddetto qi, pron. “ci”) del paziente. Ogni essere umano ha una quantità di qi definita alla nascita, che può però essere integrata tramite respiro e cibo. Un po’ come il sangue scorre nelle vene, questa energia passa nel corpo umano attraverso canali chiamati meridiani che, se ostruiti, possono creare problematiche di vario genere, come ad esempio il dolore cronico. La stimolazione di determinati punti dei meridiani, tramite l’utilizzo di aghi specifici, serve a ripristinare il corretto flusso di energia e dunque ristabilire benessere sia fisico che mentale. Per questo, l’agopuntura può essere utilizzata nel trattamento di qualsiasi patologia di carattere medico (non chirurgico, ovviamente), quali ad esempio: artrosi, artriti, infiammazioni, cervicale, stress, ecc... Personalmente ho riscontrato una maggior efficacia nel trattamento di dolori articolari e muscolo scheletrici, ma anche nella gestione di ansia, stress e mal di testa. 

Nel caso di dolori articolari, qual è l’iter da seguire per un percorso terapeutico efficace?

Innanzitutto è importante visitare il paziente attraverso osservazione, palpazione dei polsi e anamnesi, in modo da raccogliere quante più informazioni possibili sul dolore. Questo percorso include domande riguardanti la storia patologica del soggetto, quando ha avuto inizio il dolore, in che forma si è presentato, se è cambiato nel corso del tempo, la presenza di patologie pregresse, anche apparentemente non collegate. Attraverso questo procedimento si riesce a capire quale organo è interessato alla patologia e attraverso quali agopunti operare per correggere il flusso di qi. Nell’agopuntura, infatti, ci sono dodici organi che vengono ritenuti responsabili del funzionamento del qi e, una volta individuati i responsabili dell’alterazione, non resta che concentrarsi sui meridiani, in particolare, su cui bisogna agire. Nei casi specifici che più spesso mi sono trovato a trattare, vale a dire il dolore alla spalla e al ginocchio, c’è un punto in particolare che viene utilizzato, ovvero il ST 36 (punto 36 del meridiano dello stomaco), o zu san li: un punto che si trova al di sotto del ginocchio (il nome cinese indica precisamente dove, ovvero tre distanze sulla gamba), considerato uno dei punti più importanti del corpo, poiché sede di benessere generale e regolatore di stanchezza. È molto utilizzato anche dagli sportivi o dai camminatori, dato che la sua stimolazione aiuta a tonificare le gambe.

Ha parlato di tre distanze: come si misura questa distanza?

L’unità di misura è il cosiddetto cun (letteralmente vuol dire pollice, ma viene genericamente tradotto come distanza) e ci sono due metodi per individuarla: essa corrisponde o alla larghezza massima del pollice o alla lunghezza della seconda falange del dito indice. Nel caso del ST 36 (fig. 1), ad esempio, si tratta di tre pollici al di sotto del ginocchio.  

Quante sedute sono richieste e con quale frequenza?
Per la patologie croniche sono consigliate almeno otto sedute, una a settimana per due mesi. Nei casi di patologie acute, invece, il trattamento deve essere più frequente e ravvicinato nel tempo, in alcuni casi può essere anche quotidiano.

Nei casi trattati quali sono stati i benefici immediati e a lungo termine?
Sicuramente la diminuzione progressiva del dolore è stata uno dei benefici immediati, considerato che già dopo le prime due sedute i pazienti riscontravano dolore meno intenso. Sul lungo termine, dato che si trattava di interventi specifici contro il dolore, questo risultava completamente sparito o in ogni caso di gran lunga attenuato.

La medicina tradizionale cinese può essere complementare alla medicina occidentale?
Certamente sì. L’agopuntura in particolare, infatti, aiuta a ridurre il consumo di antidolorifici e di antinfiammatori, che in alcuni casi possono anche portare a dipendenza. Ovviamente, come accennavo in precedenza, non si può sostituire alla chirurgia, ma può comunque essere un’alleata preziosa nelle patologie di carattere medico. Come consiglia di scegliere il proprio terapeuta? Esistono vari elenchi di medici agopuntori certificati, a seconda dell’associazione a cui si è iscritti. Per andare sul sicuro si può consultare l’elenco stilato dalla S.I.A. (Società Italiana di Agopuntura), perché certamente chiunque ha una laurea in medicina è in grado di infilare aghi, ma in agopuntura bisogna sapere dove vanno infilati.  

 

Scheda biografica

Danilo Spaziani, classe 1950, è stato medico anestesista nell’ospedale di Sora (FR), dove ha iniziato a lavorare come specializzando nel 1976, subito dopo la laurea conseguita presso l’università “La Sapienza” di Roma. Da sempre attento alle medicine alternative, nel 2004 inizia un percorso di formazione che lo porterà a diventare agopuntore nel 2008. Pensionatosi nel 2011 continua saltuariamente ad utilizzare l’agopuntura come medicina complementare a quella tradizionale occidentale.



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