02
Apr
2022

Bellezza: quando diventa ossessione?

Bellezza: quando diventa ossessione?
Marco Zorzetto

Quando il prendersi cura di se stessi da sana abitudine sconfina nell’ossessione?

La bellezza: un valore che, da aggiunto, troppo spesso diventa assoluto nella vita di molti. Attori e modelli dai corpi e volti perfetti, emblemi dell'eterna giovinezza, ma quasi sempre “ritoccati”con photoshop, divengono l'esempio a cui ispirarsi per avere successo nella vita. Essere belli, si sa, piace a tutti e avere un aspetto piacente è un buon biglietto da visita, ma quando il prendersi cura di se stessi da sana abitudinesconfina nell’ossessione?

"Quando ci accorgiamo che le azioni che svolgiamo durante la giornata riguardano soprattutto un singolo aspetto,  trascurandone degli altri altrettanto importanti" sostiene la Dott.ssa Maria Teresa Arcella, psicologa e psicoterapeuta di Torino, " proviamo a soffermarci per capire se effettivamente ciò che stiamo facendo è funzionale o meno".

L’ossessività è quindi legata al nostro comportamento, ma anche al nostro stile di pensiero; oltre alle azioni, anche ciò che pensiamo è altrettanto importante: "di solito le persone ossessionate da qualcosa passano gran parte del tempo a soffermarsi su pensieri che riguardano l’oggetto dell’ossessione" chiarisce l'esperta, " la persona, nonostante provi a distrarsi,generalmente fa fatica a sganciarsi da questi pensieri che divengono frequenti ed intrusivi,generandopreoccupazione costante e disagio in termini di ansia o nervosismo".

Nel caso della cura di se stessi, ci spiega la Dottoressa, può essere breve il passo tra il tenersi in forma e il sottoporsi a sedute estenuanti in palestra per avere il corpo tanto ambito: nel manuale diagnostico per i disturbi mentali (DSM V) sono state aggiunte delle patologie legate proprio ad attività normalmente considerate buone abitudini ma che, se portate all’eccesso, possono diventare veri e propri disturbi psicologici.

I tratti comportamentali che accomunano le persone ossessionate dalla bellezza sono differenti: "vi è una certa rigidità di pensiero focalizzato su alcuni aspetti, trascurandone degli altri in termini di priorità ed importanza; un modo di ragionare spesso focalizzato su convinzioni e regole estreme del tipo “tutto o nulla”. Anche il perfezionismo, secondo l'esperta, può spingere una persona a ricercare i propri ideali attraverso comportamenti esagerati.

Le cause che possono portare a questo tipo di problema sono molteplici: vi possono essere motivazioni legate all'educazione ed ai modelli genitoriali o piuttosto cause riconducibili ad esperienze significative vissute nel corso della vita. Oltre ad una predisposizione soggettiva a sviluppare più o meno problematiche di tipo psicologico,un ruolo importante è giocato dalle variabili ambientali che contribuiscono a determinare la personalità di ognuno e quindi anche a determinare le possibili ripercussioni in termini di vulnerabilità psicologica.

La bellezza, in certi casi, non serve tanto a “mostrare”, quanto piuttosto a nascondere un senso di profonda inferiorità che vogliamo celare, illudendoci che l'aspetto esteriore possa in qualche modo sviare gli altri dal nostro essere interiore, come se, a conti fatti, non si avesse nulla di interessante da dire e mostrare. La percezione di come veniamo considerati acquisisce quindi un valore assoluto, a discapito del valore reale della persona.

Prioritario, quindi, quando lo specchio diventa il nostro migliore amico, è riuscire a rendersi conto precocemente di certe dinamiche che potrebbero interferire in modo negativo sulla nostra vita e sugli aspetti relazionali: " il prendersi cura di se stessi può essere considerato salutare e vantaggioso per ognuno di noi in termini di qualità di vita, ovviamente però quando le attività che svolgiamo in modo eccessivo divengono prioritarie interferendo con i nostri piani quotidiani, allora è bene rivolgersi a dei professionisti formati per gestire al meglio queste problematiche" sottolinea la nostra esperta.

Concentrarsi eccessivamente sull’aspetto fisico tanto da trasformare le imperfezioni in difetti inaccettabili è dunque un modo come un altro per spostare l’attenzione da ciò che conta realmente, il nostro io interiore, verso qualcosa che pensiamo di poter "correggere": "ciò che trovo preoccupante è trasferire sull’aspetto estetico il valore personale" spiega la psicoterapeuta, "perché il rischio è che poi raggiunto quell’ideale si possa rimanere delusi".

La società in cui viviamo è ampiamente proiettata all'esteriorità e alla perfezione: "i continui messaggi bombardanti, del 'se sei bella, magra, famosa allora sarai felice' ci spingono a pensare che l'apparire possa equivalere al corrispettivo in termini di felicità e soddisfazione e ci inducono a convincerci che raggiungere certi ideali estetici ci renderà persone felici e migliori".  Non stupisce, pertanto, che chi ha passato una vita a rincorrere la perfezione esteriore ad un certo punto, invecchiando, si senta più vulnerabile ed esposto.

Ma come avvicinare quindi le nuove generazione ad un sano equilibrio tra esteriorità ed interiorità? Secondo la Dottoressa Arcella, l'educazione emotiva ha un ruolo fondamentale: "siamo ancora molto ancorati all'idea che corpo e mente siano entità che viaggiano indipendentemente e che l'interiorità vista come entità poco tangibile abbia poco rilievo sulla qualità della nostra vita".

E’ ormai dimostrato dalla ricerca scientifica che le due entità, mente e corpo, si influenzano reciprocamente e che dovrebbe essere prioritario insegnare ai nostri figli a prenderci cura , sia del nostro aspetto fisico e del nostro corpo quanto della nostra interiorità: "il vero valore delle persone è sempre nella loro essenza, nei loro valori e nel loro modo di trattare gli altri".

Per concludere, ciò che gli altri apprezzano di noi è, quindi, una serie di caratteristiche collegate alla nostra personalità: valori, modi di fare e attenzioni che nessuna crema o dieta promettente l'eterna bellezza potrà mai garantirci.

 



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