10
Feb
2018

Dj Carlito: crederci sempre, arrendersi mai!

Dj Carlito: crederci sempre, arrendersi mai!
Marco Zorzetto

Il Dj e calciatore della Nazionale Italiana Amputati volerà in Messico per affrontare il mondali di calcio 2018! 

Diventare un calciatore nazionale... un sogno di molti che solo pochi riescono a realizzare. Ma Carlo Avelli  c'è riuscito e, con la  nazionale italiana amputati, volerà in Messico per affrontare l'ultima di una serie di  sfide che la vita gli presenta giornalmente: il mondiale di calcio.

Nato con una malformazione alla gamba destra che lo porta in tenera età ad un amputazione dell'arto, Carlo è l'esempio vivente di come sia importante avere un obiettivo, impegnarsi  per conseguirlo, dritto fino alla meta.

Ma lo sport accompagna solo parzialmente le giornate di Carlo che coltiva contemporaneamente un'altra grande passione: la musica. Cresciuto con l'amico di una vita, Silvio Barbieri, in arte Silver, tra i riflettori di X-Factor, Carlo ha saputo anche in questo caso ritagliarsi uno spazio tutto suo nel mondo della notte dove è conosciuto da tutti come Dj Carlito.  

Quando e in che modo nasce la tua  passione per il calcio? 
Nella mia famiglia sono sempre stati tutti amanti del calcio e la mia passione mi è stata trasmessa proprio da loro, soprattutto da mio padre e mio zio che mi ha tramandato anche il mio grandissimo amore per l’Atalanta, quindi è di generazione in generazione: si può dire che sono nato con il pallone tra il piede (risata Ndr) 

Quali sono stati, durante la tua infanzia, i luoghi e le persone che ti hanno permesso di esprimere praticamente questa tua passione per il calcio giocato?
Diciamo che mi adattavo a tutti i luoghi, per me era tutto un campo da calcio, dal mio cortile al bar (i miei avevano un Bar), alle vie con i cancellini delle case che diventavano porte e poi l’oratorio, dove le partite erano più “professionali”. Le persone che mi hanno permesso di esprimerlo sono state prima di tutto i miei genitori che, nonostante la difficoltà, mi hanno sempre lasciato libero di provarci e giocare; poi i miei amici che sono stati e sono tuttora la parte fondamentale della mia vita, sono una seconda famiglia, non mi hanno mai trattato da diverso 

Hai altre passioni nella tua vita oltre a quella del calcio?
Certamente, ho una grande passione per la musica; al contrario del calcio, prima  sentito, visto e poi praticato, la musica ho iniziato subito a praticarla perché nel mio piccolo paesino a Carnevale si organizzava una kermesse canora a cui io e il mio grande amico, direi come un fratello, Silver abbiamo partecipato per 5 anni, vincendo 3 anni consecutivi il primo premio poi collezionando anche un secondo e terzo posto. Da qui poi ho sviluppato la mia passione diventando Dj di musica più che altro di generi brasiliani e sud americani e ho anche una collezione di vinili di mio padre, che custodisco gelosamente. Il mio genere preferito di musica assolutamente il rock 

Quindi quella di cui mi stai parlando è un’amicizia che dura da sempre e ricca di passioni in comune.
Direi proprio di sì. Siamo nati nello stesso cortile e siamo cresciuti insieme, l’amicizia quella vera è un po’ come un colpo di fulmine: io e Silver ci siamo subito trovati e abbiamo giocato sempre insieme a calcio dall’oratorio alla squadra del paese, non ci siamo mai staccati ci vediamo spesso e andiamo a tutti i concerti insieme. L’ho anche accompagnato ai provini per XFactor 3 e ho fatto con lui tutto il percorso, dalle ore di coda sotto il sole dei provini fino alla conquista del 4º posto; al suo seguito è stata una grande avventura 

Anche lui continua a giocare a calcio?
Sì,  ed è proprio grazie a lui che ho potuto coronare il mio sogno: un giorno con la nazionale cantanti ha giocato una partita amichevole proprio con la nazionale Amputati (restando in tema calcistico e anche musicale) ha preso subito la palla al balzo ha parlato di me al presidente;  mi ha mandato il suo contatto. Il giorno dopo ho subito provveduto a chiamare da qui è conseguito un provino e poi sono entrato a far parte della squadra 

Da quanti anni quindi fai parte della nazionale amputati? 
Sono 3 anni che faccio parte della nazionale, è una emozione indescrivibile ogni volta che indossi quella maglia è come se ti raddoppiassero le forze. D’altra parte è il mio sogno che si avvera, non potrebbe essere diversamente 

Quanto è importante il rapporto con i compagni all’interno della squadra?
Direi fondamentale perché è proprio quello che fa la differenza. Secondo me, oltre naturalmente alla bravura, conta molto l’essere squadra e combattere tutti insieme per un obbiettivo, perché puoi anche incontrare squadre più forti, ma ogni volta che ci metti cuore hai già vinto in partenza 

Come è risaputo la nazionale maggiore non parteciperà agli mondali 2018, ma siamo stati molto felici di sapere che la nazionale italiana amputati nella quale militi sarà protagonista ai mondiali in Messico. Quali sono le aspettative per questa importante esperienza?
Le aspettative sono naturalmente alte, anche se è una competizione difficilissima. Incontriamo squadre più forti di noi anche perché molte sono professioniste e i calciatori vengono pagati, lo fanno di mestiere, ma veniamo da un ottimo 5º posto raggiunto agli europei in Turchia lo scorso Ottobre in cui l’obbiettivo era arrivare tra le prime 8 per staccare il pass che ci qualificava direttamente al mondiale, e abbiamo anche fatto meglio, quindi non poniamoci limiti e giochiamocele tutte con il cuore e il coltello tra i denti.

 

 



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