03
Set
2014

Due parole sui... social

Due parole sui... social
Silvio Barbieri

Social, non social... Li utilizziamo ogni giorno, li amiamo, li odiamo, ma quanto ne sappiamo veramente?

Oggi divenuti una vera e propria mania, grazie anche alla diffusione ampia delle varie app sui cellulari;  spesso utilizzati in modo improprio, criticati e denigrati, i social continuano a registrare numeri elevatissimi di utenti, molti dei quali attivissimi. Ma quanto ne sappiamo realmente?

I Social network sono dei veri e propri siti web, che a differenza di tutti gli altri, mettono al centro del proprio obiettivo il fenomeno dell’interazione. Infatti l’utente che si iscrive e utilizza il social network non lo fa in genere in relazione a particolari esigenze se non quella di entrare in contatto, interagire con altri utenti. 

I Social Network più diffusi e utilizzati su scala mondiale sono certamente Facebook e Twitter. Il primo č stato fondato nel 2004 dallo studente Statunitense Mark Zuckerberg. Twitter, per quanto possa sembrare simile, č invece profondamente diverso da Facebook, e si caratterizza per avere obiettivi e utenti differenti.  Sul podio dei Social Network più utilizzati a livello mondiale si posiziona anche Google+, che conta un numero di iscritti pari o superiore a quello di Twitter e leggermente inferiore rispetto a quello di Facebook. Il dato che tuttavia caratterizza Google+ č che il numero di iscritti non si rispecchia in realtą nell’effettivo utilizzo  da parte degli utenti. 

Quando un utente si registra ad un network crea il proprio profilo, tuttavia i profili non sono l’unica forma con cui č possibile essere presenti nel mondo dei social, esistono anche le cosiddette FANPAGE. La fanpage č una pagina-vetrina vera e propria, utilissima per presentare sul web un’azienda o un prodotto, o una attivitą, un personaggio pubblico, o qualunque elemento diverso da un persona fisica.  Ogni volta che un utente clicca “Mi piace” su una fanpage, diventa in qualche modo “affiliato” di quella pagina. Riceverą quindi tutti gli aggiornamenti di stato e i POST pubblicati sulla pagina e inoltre potrą in qualunque momento interagire sulla pagina stessa con gli altri utenti. 

Il fine ultimo di ogni fanpage č di raccogliere più “Like” possibili, sia in senso di seguaci che anche di gradimento dei post.  Un annuncio, un banner o un semplice post sui social network, possono raggiungere milioni di persone anche grazie al fenomeno peculiare di questo mezzo, vale a dire la  viralitą dei contenuti,  una sorta di “passaparola” contagioso, che trasforma un semplice post, in un post diffuso e condiviso.  È un fenomeno naturale, che si sviluppa in modo spontaneo e incontrollabile e che permette ad un contenuto di diffondersi nella rete di internet, proprio in modo appunto virale, attraverso la condivisione tra utenti.

Ecco che allora questa diffusione, a tratti, sembra oggi essere divenuta il massimo obiettivo perseguito da molti, quasi ossessivamente a volte.

Non č un caso che da tempo si sollevino dubbi sui possibili acquisti di pacchetti di visualizzazioni da parte personaggi pubblici, ma anche da parte di aziende note, brand ecc... Quale sarebbe lo scopo dell'acquisto di qualsivoglia interazione da parte di "utenti", veri o fittizi che siano? Far salire i contatori delle pagine, delle visualizzazioni, dei "mi piace", in modo che l'impatto sul pubblico sia diverso e si appaia avere un gradimento maggiore di quello effettivo. Basta una rapida ricerca in rete e ci si rende conto di come comprare click sia semplice: le offerte e i siti sono innumerevoli. 

Al di lą di questi aspetti che sono emblematici dell'attuale importanza dei social anche nell'ambito del marketing e come strumento promozionale e di immagine, con  le polemiche annesse, va detto che č bene comunque conoscere i mezzi su cui ci si muove per un utilizzo appropriato degli stessi, a partire dalla privacy ad altri aspetti importanti, che non č possibilie approfondire in questa sede per ovvie ragioni (ci auguriamo qui almeno di fornire qualche spunto di partenza da cui poi poter muoversi per acquisire maggiori conoscenze e strumenti nell'utilizzo dei social).

E' indubbio che vi siano differenze significative tra i vari  Twitter, Facebook e che sarebbe utile apprendere, almeno per grandi linee.

Quando si inseriscono delle  informazioni esse saranno condivise con tutti gli utenti con cui si entrerą in contatto durante le interazioni;  la loro condivisione permetterą agli algoritmi dei social network di indicizzare il profilo in relazione a interessi e attivitą condivise. Prendiamo  Facebook. I post che vengono mostrati e gli aggiornamenti che si vedono nella Home NON sono organizzati in maniera causale. Facebook č regolato da un algoritmo denominato EDGERANK, che permette di “selezionare” gli aggiornamenti da mostrare ad un determinato utente in relazione ai suoi specifici interessi o attivitą. I dati che facebook inserisce nell’algoritmo Edgerank sono quindi determinati in base alle pagine in cui un utente ha cliccato “Mi piace” oppure in base alle informazioni indicate nel profilo personale.

Questo vuol dire che, a differenza di Twitter, non arrivano gran parte dei dati e delle informazioni inserite dai nostri contatti,  ma quelle più affini al nostro gradimento, meccanismo che, per quanti vantaggi possa comportare, ha anche in sé diversi svantaggi: può riverlarsi, ad esempio, pericoloso se ci si muove in ambiti ideologici perché c'č il rischio che  Facebook sedimenti idee precostituite e magari ostilitą  nei confronti  di chi ha posizioni diverse.

Questo e il fatto che l'edgerank tenda a privilegiare il traffico mobile ultimamente e, naturalmente, contenuti promozionali č quanto emerge da uno studio interessante a cui vale la pena rimandare http://dailystorm.it/2014/08/14/l-esperimento-facebook-accade-se-mettete-mi-piace-tutto/, sperando che tutti i socialaddicted o anche solo navigatori occasionali si sforzino di conoscere gli strumenti a loro disposizione ed utilizzarli in modo accorto.


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