25
Ago
2014

Non si domano i sognatori, diario di un'avventura

Non si domano i sognatori, diario di un'avventura
Silvio Barbieri

48 giorni da San Francisco a Denver, l'ennesima avventura del cicloviaggiatore  Giorgio Lucarelli

giorgio LucarelliEnnesima impresa su due ruote per il cicloviaggiatore sorano, Giorgio Lucarelli, ancora una volta una avventura incredibile di 48 giorni negli Stati Uniti, da San Francisco a Denver, passando per lo Yosemite National Park, poi attraverso il Tioga Pass (m. 3.035), il Glacier National Park, lo  Yellowstone National Park ed il Gran Teton National Park. Prima di arrivare a destinazione una tappa nei luoghi sacri dei Sioux.

Un percorso che definire impegnativo č poco, un totale di circa 5.300 km percorsi in bici, non senza inconvenienti e disavventure, come si legge dalla sua pagina Facebook giā all’arrivo negli States, il 28 giugno: “Cari amici e amiche, sono a San Francisco, ci dividono 9 ore di fuso orario... Il viaggio č andato tutto bene, la mia bici però č  rimasta a New York...Proprio così, la bici non l'hanno imbarcata, dopo una nottata trascorsa all'aeroporto di San Francisco, discutendo con gli addetti ai bagagli smarriti, per capire dove la mia due ruote fosse finita...”.

Fortunatamente, però,  l’avventura ha inizio e prosegue come da programma, per concludersi il giorno 16 agosto, in cui Giorgio ci offre ancora nella sua pagina, aggiornata costantemente in una sorta di diario avvincente, seguito da tantissimi con emozione, trepidazione, a volte preoccupazione, una intensa sintesi dei 48 giorni trascorsi sulla sua inseparabile bici.

“Quarantottesimo e ultimo giorno di viaggio... Sono a Denver da ieri sera, per "entrare" nella capitale del Colorado ho avuto molti problemi, perché č collegata dalle Interstate, a me vietate. Ho cercato altre strade, allungando il mio percorso di 25 km. Ho deciso quindi di percorrere ugualmente I 36... Dopo 7 km, sono uscito,  perché non avevo la corsia di emergenza su cui pedalare, le auto e i tir, transitavano troppo vicini a me...Troppo pericoloso...Raggiunta Denver, altra sorpresa... Il motel, prenotato č chiuso da tre anni... Truffa telematica... Per fortuna e anche grazie all'aiuto di due gentilissime persone ho trovato un ostello libero.... Le sorprese erano iniziate giā al mio arrivo a San Francisco,  la mia bici era rimasta ferma a New York... Il mio viaggio č iniziato in California, attraversando la Catheys Valley, subendo il caldo umido della valle, ho raggiunto Yosemite National Park.. Dal Tioga Pass (3035 metri) sono passato in Nevada, vivendo la suggestiva esperienza nel deserto... Pensate, la temperatura sul Tioga al mattino era appena sopra lo zero, in 20 km ho raggiunto Lee Vining, la porta del deserto... La temperatura era di 37 gradi. Un impatto tremendo, sono rimasto intimorito da questa situazione... Però  sono partito ugualmente, in pieno deserto la temperatura ha raggiunto i 49,2 gradi... Dirigendomi a Nord, ho visitato tre magnifici siti di montagna... Il Glacier, Yellowstone e Gran Teton National Park... E' iniziata poi la grande avventura a Little Bighorn, le Black Hills (Sud Dakota), i due grandi monumenti dedicati ai quattro presidenti americani e soprattutto al monumento a me molto caro, Crazy Horse, ossia Cavallo Pazzo... In questo magico luogo ho dato sfogo a tutte le mie sensazioni... Poi ancora a Sud, il Nebraska e infine il Colorado...”

Impressionanti i numeri del viaggio:  “5522 km Percorsi; 345 Ore in Sella; 15,9 la Media del Viaggio; Dislivello in Salita 46157 metri: in Discesa 44989; Calorie 152403 (Computer Garmin Edge 500)... E stato un viaggio molto faticoso, grandi dislivelli, caldo infernale, vento contrario..Ho pedalato sempre, non mi sono mai abbattuto, ho avuto la situazione sempre sotto controllo... Fisico e mente con il giusto equilibrio...Voglio ringraziarvi TUTTI”

Sì perché tanti, tantissimi hanno seguito e atteso notizie ogni giorno, commentandole con affetto e dimostrando un enorme sostegno a Giorgio che aggiunge parole toccati in conclusione del suo ultimo resoconto: “Voglio stringermi a tutti voi amici e amiche che avete seguito questa avventura, siete stati, tanti tantissimi. I vostri commenti le vostre frasi mi hanno dato una carica di energia ancora più grande [...] Il mio pensiero come ogni attimo della mia vita a Papā. Nei miei viaggi percepisco la sua presenza, ogni giorno lo sento vicino a me, mi protegge...Insieme a te ora c'e anche zio Omero... Dopo la scomparsa di zio ho subito pensato di dedicargli il viaggio [...] A me resterā ancora il ricordo di un'altra esperienza ricca di significati... La bici, come amo ripetere č la metafora della mia vita... Si lega ad una vita e ad una crescita spirituale e mentale sempre in piena evoluzione... Stare da soli in certe situazioni č  un privilegio..."Non si domano i sognatori..."

E a tanto coraggio e umanitā va aggiunta una ulteriore nota: Giorgio ha voluto ricordare in ogni suo post, inserendovi il motto conclusivo DAJECATERINA, (ripetuto come slogan poi nei numerosi commenti di quanti hanno seguito il percorso dai social),  Caterina, bambina di 3 anni colpita dalla leucemia e sotto cura al Bambin Gesù, figlia di uno dei più costanti tra i cicloattivisti romani. Il messaggio "Daje Caterina", con esclamativo o senza, a volte con l'hashtag,  č ormai frequentemente postato sui social e utilizzato da tanti cicloamatori sulle proprie bici in varie iniziative.

A Caterina va naturalmente il pensiero  di Giorgio anche a conclusione del viaggio: “Voglio salutare affettuosamente la piccola Caterina e la sua famiglia... DAJE CATERINA...La tua vita sarā  una vita piena di sorrisi...”.

 A questo augurio vogliamo unirci tutti...


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