26
Giu
2017

Psicosi da attentato: come evitarla

Psicosi da attentato: come evitarla
Marco Zorzetto

Ecco i consigli dello Psicoterapeuta Francesco Attorre su come evitare situazioni di psicosi in queste situazioni! 

Per l'ennesima volta il terrorismo attacca l'Europa nel cuore delle sue città: Londra e Manchester per ricordare gli ultimi avvenimenti, ma anche Parigi, Nizza, Berlino, Bruxelles e, per andare oltre oceano, New York nel lontano 2001. Siamo quotidianamente esposti, su ogni canale di comunicazione, ad immagini e video di nuove tragedie: il ritmo di questi eventi sta divenendo sempre più frequente, generando nella popolazione un clima di ansia, panico e preoccupazione.

I risultati di studi psichiatrici ed epidemiologici dimostrano che, nei giorni successivi ad un attacco, anche persone non direttamente coinvolte possano sviluppare disturbi come attacchi di panico, con un'intensità simile a quella di chi ha vissuto le violenze in prima persona. La conferma della gravità della situazione ci arriva dal Dottor Francesco Attorre, Psicoterapeuta e Medico che esercita la sua professione gestendo percorsi post-traumatici da stress.

Quali ansie e fobie possono scaturire dall'esposizione diretta ed indiretta agli attentati terroristici? 
Le più diverse e drammatiche, perché vanno a minare profondamente la consapevolezza di essere protagonisti della scena della vita. Per chi fa esperienza diretta la conseguenza più naturale è il Disturbo post traumatico da stress, seguito da un Disturbo da ansia generalizzato, mentre per chi ne viene esposto via media, è assai facile sviluppare sintomi dello spettro nevrotico, in particolare idee ossessive, xenofobia (fobia per lo straniero) e psicosomatosi con particolati forme di ipocondria.

Cos'è un attacco di panico e come si può riconoscere?
È una sindrome (poiché caratterizzata da più sintomi) che si esprime all’improvviso, specie in luoghi affollati o in assoluta solitudine a casa, con la paura di morire o di impazzire unita a tachicardia, respiro affannoso, sudorazione profusa e tremore. La si riconosce perché insorge nel giro di uno-due minuti e fa sentire un senso di morte imminente, per cui si avverte l’inevitabilità di recarsi al più vicino ospedale il più velocemente possibile prima che sia la fine.  

Qual è il modo migliore per prevenirlo e, nel caso, affrontarlo velocemente? 
Sicuramente il crearsi una forte idea di sé e soprattutto un forte appagamento per la quotidianità della propria vita, un senso di appartenenza piena a ciò che si sceglie di vivere e una voglia di fare sempre e comunque. Farlo passare velocemente è semplice: basta in qualche modo esorcizzarlo non aggiungendo la paura, perché è questa che fa aumentare il tasso di adrenalina circolante, provocando i sintomi peggiori. Se pensiamo che sotto il vestito non c’è niente, e che è tutta una finzione, l'attacco di panico va via molto più velocemente.  

Viaggiare, prendere i mezzi o partecipare ad un evento possono diventare situazioni difficili da gestire; come fronteggiare questo limite? 
Una buona dose di fatalismo non guasta nella vita, meno che mai in casi come questo. Concentrarsi sul bello, sul valore positivo che esperienze e situazioni possono portare sia alla persona che alla vita, può aiutare e molto a superare la fobia di volare o frequentare luoghi affollati. Inevitabilmente, la paura la si vince solo affrontandola, però per farlo si ha bisogno di un motivo forte, valido, importante. Ecco allora che concentrarsi su quel motivo, sul bello di quel motivo, permette di ritrovare il coraggio necessario ed affrontare una sfida speciale.  

Mass media, e social non aiutano nella cosiddetta "Ansia da notizia"...
Bisogna imparare ad essere man mano sempre più distaccati emotivamente da ciò che si sente e persino da ciò che si vede con i propri occhi, ma che potrebbe essere oggetto di interpretazioni assai diverse tra loro. Spesso le notizie vengono anche ingigantite per motivi di audience, creando una condizione di apprensione nell’utente.

C'è un modo per fronteggiare l'islamofobia derivante dagli attacchi Isis?
Certo che c’è ed è più attuabile di quanto si immagini: costruirsi una forte identità e soprattutto amarsi un po', prendendosi cura di sé fino in fondo. Se ti ami veramente ed ami ciò che sai, ciò che ti hanno insegnato, non ti fa paura quello che è “diverso” da te, e nemmeno una religione così lontana, anche se vicina. I problemi nascono invece quando non ci amiamo come vorremmo e come dovremmo.  

Ci dia qualche consiglio pratico per evitare la paura da catastrofe terroristica. 
Il primo è quello di fermare il tempo al presente e viverlo in modo pieno e costruttivo, appassionandoci alle cose che facciamo nel quotidiano e ricercando il bello anche nelle piccole cose. Sentirsi sempre impegnati serve in un secondo momento a distrarsi, evitando di cadere nella rete delle rimuginazioni da cui scaturisce la cascata dell’ansia. Infine, prendersi dei momenti in cui fare esperienza del piacere e farlo in modo costante. Tutto ciò che è piacere per noi fa aumentare il livello nel sangue di dopamina, un antidepressivo naturale che ci fa cambiare anche la tonalità con cui vediamo le cose. Per cui si può affermare che un ottimo farmaco è proprio il grado di piacere che riusciamo a mettere nelle cose che facciamo. Tutte. Nessuna esclusa.

 



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